Sapiente uso di materiali sostenibili e di alta qualità, valorizzazione del dialogo tra architetture e paesaggio, soluzioni architettoniche che restituiscono, attraverso un linguaggio minimale, la valenza civica dei luoghi, la bellezza come elemento preordinante e altamente comunicativo.
I progetti vincitori della terza edizione del Premio Architettura Toscana (PAT) mostrano di aver saputo fare i conti con i tempi attuali e con una nuova concezione di abitare e fruizione degli spazi, dove oggi sembrano contare di più la responsabilità ambientale e il recupero di un carattere squisitamente domestico, a dimensione d’uomo. Delle 140 opere giunte al vaglio della giuria, si aggiudicano il premio relativo alle cinque categorie previste – opera prima, opera di nuova costruzione, opera di restauro o recupero, opera di allestimenti o interni, opera su spazi pubblici, paesaggio o rigenerazione – le Officine Gullo House (Firenze), la Scuola Comprensiva di Sant’Albino (Montepulciano, Siena), Ginori 1735 (Sesto Fiorentino, Firenze), il Museo dell’Opera del Duomo (Pisa) e Piazza dell’Isolotto (Firenze). La cerimonia di premiazione è in programma questo pomeriggio alle 17 alla Palazzina Reale di piazza Stazione con l’inaugurazione della mostra dei 20 progetti, sia vincitori che menzionati e selezionati, e che rimarrà allestita fino al 22 giugno.
L’architettura torna, dunque, al centro del dibattito come motore di un necessario rinnovamento del territorio toscano, che riparte anche sotto la spinta di un premio organizzato da Consiglio Regionale della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Firenze, Federazione degli Architetti della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Pisa, Fondazione Architetti Firenze e Ance Toscana, con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti, nato per stimolare riflessioni e diffondere la cultura del progetto come garanzia di qualità ambientale e civile. Fondamentale, in questo processo di costruzione del contemporaneo, l’attività dei giurati. A guidare l’edizione “del ritorno” post pandemia, gli architetti Gianpiero Venturini (presidente), Nicola Di Battista, Gianluca Peluffo, Sofia von Ellrichshausen e la sociologa Daniela Ciaffi.
“Da consigliere ho partecipato convintamente all’istituzione di questo premio, consapevole che l’architettura è un’arte che tra le altre proprio nella nostra terra ha trovato nel tempo alcuni tra i più grandi protagonisti”. ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo. “E forse proprio l’architettura interpreta in profondità l’anima toscana e la spinge verso continue innovazioni: nel suo dialogo costante con la città costruita e con il paesaggio si confronta con lo spirito del tempo, si fa fattore di identità territoriale, si misura con soluzioni anche ardite che tracciano il futuro. Insomma una continua spinta all’innovazione, all’anticipazione del tempo che deve ancora accadere. Tra gli elementi che devono caratterizzare la mia presidenza del Consiglio voglio che ci sia anche la capacità di disegnare il futuro. Il progetto ‘Toscana 2050’ che ho lanciato va proprio in questa direzione. Molto mi aspetto da questo premio, nel solco di un’identità toscana che sia capace, memore delle sue grandi radici, di spingersi al futuro”.
“L’architettura è l’elemento centrale della trasformazione sostenibile del territorio. Il premio va in questa direzione, oltre che in quella di incentivare il lavoro di tanti giovani professionisti” ha sottolineato il presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze Pier Matteo Fagnoni. “L’edizione 2022 è quella della ripartenza, parola spesso abusata ma che in questo caso descrive l’alta partecipazione che si è registrata intorno a questo riconoscimento: sono state presentate 140 opere”.
“Il premio sta consolidando la sua identità e la sua funzione di osservatorio ‘sull’architettura toscana’”, ha dichiarato il presidente della Fondazione Architetti Firenze Silvia Ricceri. “La Fondazione, credendo nel valore e nell’importanza che riveste l’architettura in un equilibrio qualitativo tra paesaggio e urbanizzazione, riconosce all’iniziativa il merito culturale come testimonianza dei processi virtuosi”.
“Il PAT segnala le opere di architettura che hanno compiuto un lavoro di sintesi di tutte le componenti del processo edilizio e premia l’architetto ideatore, ma anche il committente ed il costruttore”, ha osservato il presidente dell’Ordine degli Architetti di Pisa Patrizia Bongiovanni. “Il PAT è l’espressione più visibile della visione della nostra regione, la Toscana, che assegna al progetto e alla partecipazione un ruolo centrale nel processo di trasformazione e valorizzazione culturale del territorio”.
“Questa terza edizione era attesa e temuta, poiché da un lato la possibilità di constatare un drastico calo di opere realizzate era concreta e dall’altro perché il fermento degli ultimi anni alimentava le speranze di una cospicua partecipazione” ha dichiarato il presidente del comitato organizzatore Tommaso Barni. “Fortunatamente le attese sono state ripagate e il PAT è stato ‘premiato’ con 140 opere presentate e con un’alta qualità”.
“Il PAT nasce per la valorizzazione dei principali attori dell’architettura, quali il progettista, il committente e l’impresa, e promuove l’architettura ad opera d’ingegno cui la società partecipa e nella quale la stessa si rappresenta. Così la Federazione Architetti della Toscanache prosegue: “Come Federazione siamo soddisfatti per l’elevato numero delle domande presentate e per l’alta qualità delle stesse”.
“Il premio dimostra come sia possibile rispondere alla sfida di inserire il nuovo, inteso anche come recupero, all’interno di un contesto storico che non può sopravvivere come mera conservazione ma che richiede sempre elevata qualità progettuale accompagnata da altrettanta capacità tecnico professionale delle imprese” ha evidenziato il presidente di Ance Toscana Stefano Frangerini. “Il messaggio centrale del premio è unire la qualità del progetto con la qualità della realizzazione”.